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SICUREZZA E GIUSTIZIA

Solo se la giustizia ha tempi ragionevoli con pene certe è veramente giusta. Aumentare significativamente il numero dei magistrati, il personale di supporto, le dotazioni informatiche.
Depenalizzare reati privi di pericolosità sociale e scoraggiare i ricorsi al secondo e al terzo grado di giudizio anche interrompendo i termini della prescrizione se serve. Semplificare le procedure e fissare termini certi nella fase delle indagini (oggi la maggioranza dei procedimenti cade in prescrizione prima che si arrivi al primo grado di giudizio e questo attribuisce ai giudici un potere che non è ammissibile). Ridurre enormemente la carcerazione preventiva. Diffondere l’uso delle pene alternative. Incidere fortemente sui tempi e sull’organizzazione della giustizia civile che oggi comporta costi enormi per la crescita economica e per la credibilità dello Stato. Incentivare la mediazione, penalizzare fortemente le liti temerarie, creare sezioni di tribunali specializzate per materia. Anche per la giustizia civile aumentare il numero dei magistrati, le altre risorse e l’informatizzazione. Chiarire il campo d’azione della giustizia amministrativa eliminando le sovrapposizioni con la giustizia civile. Ridisegnare completamente la giustizia fiscale. Mettere ordine nelle authority indipendenti, accorpandole ove possibile. Ripensare radicalmente il sistema delle correnti in magistratura e impedire commistioni fa politici e magistrati. Pensare forme di responsabilità per i magistrati almeno in presenza di dolo o colpa grave. Solo uno Stato ben strutturato sul fronte giustizia diventa più forte anche nella lotta alla criminalità. Ridurre/eliminare il contante, rendere obbligatoria la fattura elettronica, rendere trasparenti i beneficiari delle società di comodo sono strumenti utili per combattere la criminalità. Aumentare le risorse per la sicurezza. Rendere molto più efficiente il sistema del sequestro e della confisca dei beni alla criminalità organizzata soprattutto in termini di tempestività degli iter giudiziari. La lotta alla criminalità organizzata deve essere anche di tipo culturale. Deve scattare nella società una forte repulsione nei confronti di chi si pone come antistato. Va impedito ogni rapporto con la PA a chi viene condannato per reati di mafia.

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