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LO SVILUPPO ECONOMICO

All’interno della cornice degli impegni in ambito europeo per il rilancio economico si rende necessario agire sulla liquidità delle imprese, sul credito, sugli investimenti pubblici e privati e sui consumi. I soldi che arriveranno dall’Unione Europea vanno usati in modo intelligente evitando scelte clientelari. Vanno accelerati al massimo i cantieri già finanziati e quelli autofinanziabili per i risparmi che generano (ad esempio efficienza energetica nel l’illuminazione pubblica o negli edifici pubblici). Alleggerire la tassazione sulle imprese con crediti di imposta per assunzioni a tempo indeterminato e per investimenti in ricerca e sviluppo. Attirare nuovi investimenti dal resto del mondo con una sensibile riduzione della fiscalità sugli utili d’impresa. Agevolare le fatturazioni e i pagamenti elettronici, anche attraverso la leva fiscale. Dare priorità alle infrastrutture strategiche per il Paese e soprattutto per lo sviluppo del Sud. Puntare sul futuro investendo su reti informatiche moderne in tutto il Paese. L’Italia non può restare indietro sul 5G. Puntare al completamento della rete europea strategica dei trasporti, di cui 4 corridoi comunitari attraversano l’Italia. Questo è fondamentale per mantenere l’Italia al centro degli scambi in Europa, soprattutto collegando il sud al resto dell’Italia e dell’Europa. Abbattere i costi dell’energia premiando i programmi di efficientamento energetico e puntando sulla green economy.
L’industria manifatturiera deve restare l’asse portante della nostra economia. Scoraggiare le delocalizzazioni anche con la leva fiscale. Puntare sul potenziale di crescita e di occupazione di settori come turismo, agricoltura e artigianato. Il turismo deve essere centrale per lo sviluppo economico di un paese come l’Italia. Centralizzare a livello nazionale la promozione all’estero dei territori. L’agricoltura può aumentare molto il suo contributo al Pil e alle esportazioni. Va aumentata la superficie agricola utilizzata anche con investimenti in logistica e organizzazione.
Infrastrutture, trasporti e riduzione del costo dell’energia sono determinanti per aumentare la competitività dei nostri produttori. Incentivare l’aggregazione di produttori per aumentarne la competitività, anche all’estero. L’artigianato dà occupazione a milioni di lavoratori. La sua valorizzazione passa dagli incentivi all’autorganizzazione e dalla valorizzazione delle scuole d’arte.
Investire anche in comunicazione e orientamento sui mestieri artigiani. Per le micro e piccole aziende, anche del commercio, è ormai indispensabile creare strumenti di gestione della burocrazia come gli Sportelli unici e le agenzie delle imprese. In questa fase è possibile avviare a soluzione i problemi ormai storici e incancreniti che penalizzano il Sud. Va eliminato l’approccio assistenzialista. Si deve far crescere il Sud nell’agricoltura, nell’alimentare, nell’artigianato in sinergia col turismo, si può far diventare il Sud protagonista del turismo mondiale. Poiché il Mezzogiorno è al centro del Mediterraneo va valorizzato come centro logistico del Mediterraneo puntando su porti e infrastrutture dei trasporti e contribuendo all’industrializzazione attraverso una politica di forti incentivi. Investire molto sui collegamenti col resto dell’Italia e dell’Europa e dei Paesi che affacciano sul Mediterraneo. Rompere il circolo vizioso clientelismo-corruzione-criminalità.

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